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Valle d'Aosta Lavoro

#VDALavora: una nuova cultura del lavoro per le donne con le donne

Cosa vuol dire una cultura del lavoro che sostiene le donne? Con questa domanda si è aperto e si è concluso il primo evento #VDAlavora "Donne al Comando. Storie di imprese al femminile".

Foto del palco dell'evento con la moderatrice Mariangela Pira e le ospiti Valentina Astori, Cristina Mollis e Sonia Peronaci

Per tutti coloro che non hanno potuto partecipare al primo evento targato #VDAlavora, che ha portato al centro della scena la figura della donna come professionista affermata, come manager e imprenditrice di se stessa, si comunica che il video integrale è da oggi disponibile sul sito https://www.vdalavora.it/.

Questo primo appuntamento è la conferma che la rassegna sulla cultura del lavoro è un tassello importante della strategia regionale per le politiche del lavoro. Il benessere socio-economico di una comunità passa dal lavoro inteso come elemento essenziale dell’identità della persona, a prescindere dal suo genere e dalla sua condizione, e di strumento per la coesione. Le protagoniste della serata hanno portato le loro testimonianze di vita lavorativa, fatta di passione, entusiasmo, sacrifici e di grande soddisfazione. Hanno lanciato importanti messaggi che come assessorato non mancheremo di cogliere e che tutta la comunità può fare suoi per superare le differenze di genere a partire dalla propria quotidianità - dichiara l’assessore allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro Luigi Bertschy.

Quattro grandi ospiti, con la loro esperienza e il loro talento hanno saputo ispirare una platea gremita composta in maggioranza assoluta da donne. La serata, aperta dall’esibizione dell’Ensemble di fagotti del Conservatoire de la Vallée d’Aoste formato da Daniele Callegari, Daniele Papalia e Giovanni Garino, è stata moderata da Mariangela Pira, giornalista di Sky TG24, che fin da subito è entrata nel vivo della tematica con alcuni dati interessanti.

Secondo l’Osservatorio sull’imprenditoria femminile, realizzato da Confartigianato, già nel 2017 circa un milione e seicento donne italiane hanno avviato una loro attività indipendente, superando Regno Unito e Germania. Dato molto positivo, ma che stona con il numero di donne che ricoprono la carica di amministratore delegato: in Italia, “abbiamo più amministratori delegati che si chiamano Carlo che non amministratori delegati donna”, come emerge da un’analisi condotta da SkyTG24.

Fotografia del palco sul quale si sta esibendo l'Ensemble di fagotti

Ma che tipo di cultura può quindi sostenere le donne?

Durante la serata hanno risposto a questa domanda, raccontando la loro esperienza lavorativa, quattro ospiti protagoniste, Valentina Astori, COO di Arriva Italia, Federica Bieller, Presidente di Skyway Monte Bianco, Cristina Mollis, Founder di NuvO’ e di The OKAPI® Network e Sonia Peronaci, fondatrice di Giallo Zafferano e oggi titolare di Sonia Factory.

“Nel gruppo in cui inizialmente lavoravo – dice Sonia Peronaci - composto da molti uomini, proponevo molte idee, anche vincenti ma che puntualmente venivano scartate per poi essere riproposte l’anno dopo da qualcun altro. Da qui l’idea di mettermi in proprio e godere delle mie piccole vittorie, assumendomi la responsabilità degli sbagli”.

Per Federica Bieller, il ruolo assunto in Skyway è stata un ascesi che deriva dall’amore per la Valle d’Aosta e le sue montagne, ma anche da un po’ di fortuna data dall’essersi trovata nel posto giusto al momento giusto, ricoprendo posizioni resesi libere, con dedizione e determinazione. Questi fattori l’hanno aiutata ad emergere, anche in Skyway, azienda tipicamente maschile, dove è riuscita ad affermarsi fin da subito con credibilità e leadership.

“Il mio sogno da bambina era lavorare nell’impresa metalmeccanica di mio nonno – racconta Cristina Mollis -  settore che all’epoca era considerato tipicamente maschile. E così le famiglie hanno scelto per il maschio. Mi sono quindi dovuta reinventare e nell’attività di consulente, che mi ha dato tanto, continuavo però a sperare che le mie idee fossero messe in pratica da altri e quindi ho capito che era arrivato per me il momento del fare.”

Valentina Astori racconta così il raggiungimento della posizione di Direttore generale in Arriva Italia, mondo dei trasporti pubblici, anche questo prettamente maschile: “Mi dicono che nelle mie vene scorre gasolio e non sangue! Forse perché credo fermamente in quello che faccio e la determinazione, la grinta e la tanta passione sono gli ingredienti che mi hanno aiutata ad arrivare dove sono oggi. Il mio merito è stato anche quello di aver saputo cogliere le opportunità che mi si sono presentate, ma sono stata anche fortunata, ho lavorato in aziende che mi hanno dato la possibilità di crescere e oggi sono direttore operativo di una realtà che ha 1500 persone che lavorano.”

L’importanza dell’educazione delle bambine e dei bambini

Durante la serata, è sicuramente emersa la necessità di costruire una cultura della donna a partire dall’educazione delle bambine e dei bambini.

Per Cristina Mollis non bisogna parlare di gender gap, ma di potential gap. “Oggi le bambine ricevono meno giochi scientifici dei bambini … dai genitori. Oggi le bambine non hanno esempio di donne Presidenti. Oggi le bambine, se dicono che vogliono fare un certo mestiere, ancora oggi, non solo quando eravamo piccole noi, viene detto loro che è una cosa da maschi. Noi dobbiamo chiudere, colmare, il potential gap. Far capire alle nostre bambine che possono tutto. Questo sta in mano a noi genitori”. Per la giornalista Mariangela Pira, però, le cose stanno iniziando a cambiare. Se le donne di oggi sono cresciute “in un mondo dove tu venivi salvata da un principe”, le donne di domani hanno nuovi modelli a cui ispirarsi, come esemplifica la moderatrice.  “Le bambine di oggi crescono in un mondo che se non c’era Hermione, non ci sarebbe stato Harry Potter 2. E’ un mondo diverso. Culturalmente, si ha bisogno di simboli di potere da quando siamo piccole. […] perché se una è cresciuta con 20 anni di Merkel … le cose cambiano”.

Il problema delle quote rosa

L’incontro, però, si è concentrato sull’affermare al primo posto, ancor prima del genere, il talento, valorizzando le lavoratrici e i lavoratori capaci. Rispetto alle quote rosa, Federica Bieller afferma “Non sempre è la soluzione al problema, perché non si ricerca il talento, ma il genere. A volte approdano nel consiglio di amministrazione persone di genere, ma non con le competenze adatte per fare quella escalation.

Concorda Sonia Peronaci “Vale la bravura della persona. Questa persona può essere qualsiasi cosa, l’importante che sia una persona valida al lavoro, rispettosa, che lavori bene con i suoi colleghi… che differenza fa il resto?”.

Le paure e gli ostacoli di donne al comando

Ovviamente, per arrivare dove sono arrivate, tutte e quattro le ospiti hanno affrontato alcune criticità. Valentina Astori, con la determinazione che solo una donna ha, ha dovuto convincere il suo border a prendere decisioni coraggiose. Cristina Mollis, imprenditrice di se stessa, combatte ogni giorno la paura di non essere all’altezza e vuole farla diventare la sua Stella Polare.  Il doppio dell’impegno per acquisire credibilità, in quanto donna e per giunta giovane, è ciò che ha dovuto affrontare Federica Bieller agli inizi della sua carriera. Sonia Peronaci, invece, ogni giorno lavora anche per mantenere la serenità del suo gruppo di lavoro.

Mariangela Pira, a conclusione dell’incontro, riporta l’attenzione sulla domanda iniziale: “Cosa vuol dire una cultura del lavoro che sostiene le donne?”. Ne emerge che è una cultura della cura, una cultura che ha cura della società, dei diritti di tutti, delle aspirazioni. È una cultura del confronto e dell’ascolto, è una cultura che fa rete, ma soprattutto è una cultura che permette alle donne di esprimere la loro femminilità perché “diamo il meglio quando siamo donne”.

I prossimi eventi targati #VDAlavora si terranno a cadenza bimestrale. Tutti gli aggiornamenti sono disponibili sul sito https://www.vdalavora.it/ e sull’App #VDAlavora.